La chiesa di San Gavino spunta tra le case di granito del centro storico con una semplice facciata in trachite rosa, una torre alta trenta metri e una grande piazza antistante, palcoscenico per gli infiniti giochi dei più piccoli e le chiacchiere degli adulti sotto il campanile, quando il tempo si fa mite.
Non si ha una data precisa della fondazione dell’edificio dedicato al martire turritano, ma la sua architettura in stile targo-gotico aragonese ne colloca la realizzazione tra il XV e il XVI
secolo.
A guardare la piazza e la vita che vi succede intorno, assieme alla torre campanaria, è il grande rosone che spicca nella semplicità del prospetto: tre metri di diametro con 14 colonnine di 60 centimetri ciascuna, perfettamente equidistanti l’una dall’altra, disposte come raggi e tra le quali, ogni tanto, si incastra qualche pallone calciato troppo forte.
Se le caratteristiche di tale elemento lo fanno inserire tra i beni censiti dalla Regione Sardegna come patrimonio di grande valore artistico e storico, l’interno non è da meno: tra la navata principale e le cappelle laterali, l’edificio conserva preziose opere in legno con decorazioni ad intaglio come il battistero, realizzato nel 1706 dal maestro Giovanni Maria Peddio, il coro e il pulpito ligneo.